SCHEDA N. 1 NOME DEL BENE: CHIESA SANTA MARIA DI LORETO
UBICAZIONE: La Chiesa di Santa Maria Maria di Loreto è ubicata
in quella che oggi è la piazzetta intitolata a Vittorio Emanuele
III, nel centro storico di Tufino.
DESCRIZIONE: Il 1764, l’anno scolpito sul portale della Chiesa
di Santa Maria di Loreto, deve essere stato, molto
probabilmente, l’anno in cui si conclusero i lavori di
ristrutturazione dell’edificio sacro. Il campanile è sicuramente
stato edificato in epoca successiva rispetto al corpo centrale
dell’edificio religioso.
Nella lunetta che si trova sopra il portale, prima dell’ultimo
intervento dell’uomo, si intravedevano i segni di un affresco.
La Chiesa ha tre navate. In fondo all’altare campeggia un grande
dipinto raffigurante la Madonna col Bambino su una Chiesa. Quasi
certamente la Chiesa raffigurata nel dipinto rappresenta la
Basilica di Loreto. Il dipinto, che riporta la data del 1594 è
su tavola e l’autore lo firmò col nome di Tavrela. L’altare è
stato recentemente ristrutturato, ma conserva intatti i marmi di
Vitulano con cui è, in parte, ricoperto. L’abside è sormontato
da una cupola che sembra sorreggersi su pilastri di tufo bigio.
Il soffitto a tavolato è sicuramente del ‘600 - ‘700 ed è ricco
di decorazioni tipiche di quel secolo. Al centro del soffitto
c’è un dipinto racchiuso in una cornice.
Sul finire del XVI° secolo, il presbitero nolano Giovanni
Galeota fece edificare un sepolcro di famiglia nella cappella
situata in fondo alla navata destra. Una pietra tombale con
l’arme di famiglia copre il sepolcro. La stessa cappella è
ricoperta da un pavimento di piastrelle maiolicate di cui gli
studiosi hanno apprezzato il notevole valore. Entrando nella
Chiesa di Santa Maria di Loreto, subito a destra, in una nicchia
c’è un affresco raffigurante la Madonna col Bambino. Le figure,
i loro tratti estetici, i colori fanno pensare che il dipinto
possa essere stato realizzato nel corso del 1300. Sarebbe il
caso che le autorità competenti disponessero un efficace
intervento di pulitura e di restauro dell’affresco per sottrarlo
alla rovina e restituirlo al suo antico splendore.
Certe caratteristiche della Chiesa di Santa Maria di Loreto e il
fatto che essa si trovi in un territorio che, nel passato, ha
sicuramente subito frequenti inondazioni, lascia pensare che
l’attuale edificio sacro sia stato costruito partendo dalle
strutture preesistenti e sottostanti di una chiesa più antica.
CONDIZIONE: La Chiesa di Santa Maria di Loreto è esposta a un
preoccupante stato di progressivo degrado. L’edificio sacro è
utilizzato solo in poche occasioni. I lavori di ristrutturazione
realizzati dopo la rovinosa alluvione del 1973, furono eseguiti
in maniera approssimativa.
NOTE: Sarebbe necessario effettuare un’accurata ricognizione per
stabilire una scala di priorità di possibili interventi da
realizzare per restituire l’edificio all’originario splendore.
Occorrerebbe mettere mano all’affresco raffigurante la Madonna
col Bambino per evitare che il tempo e l’incuria possano
cancellarlo del tutto.
LUOGO E DATA Tufino, 18 marzo 2007 RELATORE: Antonio Caccavale
SCHEDA N. 2 NOME
DEL BENE: RESTI DI UNA BASILICA PALEOCRISTIANA
UBICAZIONE: I resti della basilica paleocristiana si trovano a
Schiava di Tufino, in prossimità della masseria Pagano.
DESCRIZIONE: Si tratta di strutture murarie, di una necropoli,
di ambienti di pertinenza dell’area sacra comprensivi della
bocca di un pozzo che risalgono al VI° secolo d.C. e venuti alla
luce nel 1995 nel corso dei lavori per la realizzazione di un
impianto della Napoletanagas.
Della Basilica vera e propria è rimasto intatto il basamento.
Dalle poche tracce delle pareti è stato possibile ipotizzare la
presenza di affreschi risalenti all’XI° secolo. E’ probabile che
l’edificio sacro sia stato frequentato fino al 1200.
CONDIZIONE: I resti di questo importante edificio sacro sono in
uno stato di abbandono. Non è possibile visitare l’area della
“basilica”: un cancello perennemente chiuso ne impedisce
l’accesso.
NOTE: Non si capisce per quale motivo, nonostante le autorità
locali siano state più volte sollecitate ad assumere le
necessarie iniziative, si debba continuare a considerare questa
importante testimonianza una sorta di proprietà privata.
Continuare a tenere in uno stato di abbandono quel che rimane
della basilica paleocristiana, potrebbe essere causa di altri,
irrimediabili danni.
LUOGO E DATA Tufino, 22 marzo 2007 RELATORE: Antonio Caccavale
SCHEDA N. 3 NOME DEL BENE: PALAZZO BARONALE DI PONTICCHIO CON
ANNESSA CAPPELLA O CHIESETTA DI SAN LORENZO
UBICAZIONE:Il Palazzo baronale di Ponticchio si trova alla fine
del corso Garibaldi, all’altezza del ponte sull’alveo Clanio
DESCRIZIONE:Il Palazzo baronale di Ponticchio è stata una delle
residenze dei signori Mastrilli, potenti feudatari che, nel
1642, acquistarono i diritti sui casali di Tufino, Vignola,
Risigliano, Comignano, Campasano, Faivano, Gallo, Casamarciano,
Saviano e Sirico. Dalla genealogia dei Mastrilli risulta che
molti importanti esponenti di quella nobile famiglia sono nati a
Ponticchio e tra questi Marzio Mastrilli, marchese di Gallo, che
ricoprì importanti incarichi per i Borboni e fu ministro degli
Esteri al tempo di Gioacchino Murat.
Il Palazzo baronale di Ponticchio, visto da corso Garibaldi, è
in parte situato al di sotto del livello della sede stradale.
Sono ancora visibili le tracce di una facciata che doveva
presentare stucchi di pregevole fattura. La cappella o chiesetta
di San Lorenzo, annessa al Palazzo, è visibile solo per la parte
che emerge dall’accumulo di un’enorme quantità di fango
alluvionale che, nel tempo, ha parzialmente interrato
l’edificio. Sul portale della cappella / chiesetta è scolpita la
scritta “Bene facere et laetari”. Sul retro, che guarda ad est,
il Palazzo si presenta diroccato in alcune parti, ma alcune
strutture murarie lasciano intuire la possibile presenza di un
vasto giardino. Sul lato nord il Palazzo si lascia lambire dal
corso del Clanio, che un tempo era un fiume alimentato dalle
acque sorgive del nostro Appennino.
CONDIZIONE: Il Palazzo baronale di Ponticchio si trova in uno
stato di grave degrado. E’ abitato da svariati decenni da alcune
famiglie che vi hanno apportato molte modifiche strutturali,
alterando irreversibilmente l’aspetto esteriore dell’edificio.
La Chiesetta annessa al Palazzo è quasi completamente interrata.
NOTE: Sarebbe opportuno che si intervenisse per portare alla
luce la cappella / chiesetta e per valorizzare, con interventi
mirati, le parti della facciata che si prestano ancora a un
possibile recupero.
LUOGO E DATA Tufino, 22 marzo 2007 RELATORE: Antonio Caccavale