SCHEDA N. 1 NOME DEL BENE: Castello Normanno
UBICAZIONE: il castello è ubicato alle pendici meridionali del
monte Majo e si estende su una superficie di circa mq. 10.000,
compresa tra due differenti quote altimetriche misurate in
corrispondenza della prima cinta muraria (m. 130 s.l.m.) e del
Mastio (m. 175 s.l.m.).
DESCRIZIONE: il Castello, di origine medievale, si compone di
tre cinte murarie: la prima di queste configura le strutture del
Mastio, ubicato nella parte più alta, la seconda si sviluppa sul
lato sud-est ed è costituita, allo stato, dai resti di un muro
che, a giudicare dalla grandezza dei conci di pietra calcarea
locale, doveva avere una altezza notevole; la terza cinta
muraria è la più articolata ed estende i confini del Castello
sul lato sud-ovest, collegandosi da un lato alla seconda cinta,
in prossimità della torretta quadrata di avvistamento, e
dall’altro al massiccio roccioso su cui sorge il Palatium. In
particolare quest’ultimo insisteva su due diverse quote ed
ospitava, presumibilmente, nella parte più alta, la residenza
del feudatario, mentre le altre strutture del Mastio
affacciavano su uno o più cortili con funzioni prevalentemente
militari collegandosi, sull’angolo sud-est, alla Torre Angioina,
realizzata in epoca successiva probabilmente per rinforzare il
lato maggiormente esposto agli attacchi militari.
Dall’esame dei ruderi superstiti si evince chiaramente che il
maniero ha subito continue trasformazioni, ad opera dei diversi
feudatari che si sono succeduti, che hanno ampliato e
ulteriormente fortificato le strutture esistenti per attuare le
necessarie difese alle nuove e sempre più moderne tecniche di
attacco militare. Si evince inoltre che l’ingresso principale,
per motivi difensivi, era posto a nord e conduceva direttamente
nei cortili del Palatium; vi era poi, secondo alcuni, un
ulteriore accesso sul fronte nord-ovest che conduceva invece
all’interno della seconda cinta muraria, in corrispondenza di
una stradina, tuttora visibile, che costeggia la terza cinta
muraria lungo le otto torrette difensive.
Dal punto di vista della tecnica costruttiva il castello di
Roccarainola presentava tutti gli elementi caratteristici delle
più importanti fortezze medioevali: le merlature delle mura, per
offrire riparo ai difensori; il ballatoio o corridoio sporgente
verso l’esterno con caditoie, per consentire ai difensori di
spargere liquidi infiammabili sugli assalitori; le feritoie
nelle mura esterne e nei torrioni d’angolo, utilizzate come
appoggio per le travi delle bertesche (specie di ballatoi in
legno che servivano come postazioni difensive) ed il mastio con
la funzione di nucleo direzionale e residenziale dell’intero
castello. Secondo alcuni vi era anche una magnifica Cappella
palatina, collocata di fianco al Palatium.
CONDIZIONE: allo stato attuale è possibile ancora distinguere
l’impianto delle cinte murarie e diverse torrette perimetrali,
alcune delle quali vengono ancora utilizzate come deposito
mentre altre risultano riempite da detriti di ogni genere. E’
possibile ammirare parte della torre Angioina ed alcune
strutture perimetrali del Mastio, in particolare la muratura
fortificata posta a ridosso del massiccio roccioso sul lato
nord-ovest. E’ inoltre ancora visibile la base quadrata della
torretta di avvistamento posta sul lato sud-ovest, oltre ad
alcune strutture murarie interne al Mastio ed al perimetro delle
cinte murarie.
NOTE: le condizioni statiche delle strutture descritte sono
molto precarie ed avrebbero bisogno di interventi urgenti di
salvaguardia per scongiurarne la completa scomparsa; così come
occorrerebbe predisporre un vero e proprio piano di interventi
manutentori per ripulire l’intera area del Castello non solo dai
detriti e dalle superfetazioni causate dall’uomo ma anche e
soprattutto dalla fitta vegetazione che infesta i luoghi,
riportando così alla luce tutte le strutture del Castello,
compreso quelle che allo stato non è possibile vedere dal centro
abitato. Auspicherei anche la realizzazione di un discreto
impianto di illuminazione notturna e (ma questa è un’utopia) il
ripristino degli antichi camminamenti in pietra interni al
Castello e soprattutto della antica strada che dal nucleo
abitato sottostante conduce all’ingresso principale, posto sul
fronte nord della fortificazione, parte della quale è stata
distrutta dall’attività estrattiva di una cava ubicata nei
pressi del Castello.
LUOGO E DATA:Roccarainola, lì 20.09.2006 RELATORE: arch. A.
Russo
SCHEDA N. 2 NOME DEL BENE: Chiesa di S. Maria delle Grazie
UBICAZIONE: la chiesa di S. Maria delle Grazie è ubicata in via
Roma, ai margini dell’attuale piazza principale di Roccarainola,
a ridosso del borgo medievale.
DESCRIZIONE: La Chiesa, realizzata in muratura di tufo, è a
navata unica e coperta con un soffitto a botte, modulato da
archi a tutto sesto in corrispondenza delle tre cappelle
presenti rispettivamente in entrambi i lati della navata. Sul
lato destro del presbiterio è posta la sagrestia, risalente
probabilmente al periodo di fondazione, che risulta coperta da
una volta a vela. L’altare maggiore, sormontato da stucchi del
sec. XIX, fu edificato nel 1843 con i fondi della confraternita
del SS. Rosario, come si rileva dalla lapide posta alla base.
Esso presenta un paliotto a croce greca ed un tabernacolo a
forma di tempietto con quattro lesene ioniche, sormontate da
timpano triangolare e cupoletta. Il prospetto principale, di
architettura molto semplice, appare intonacato e culmina in un
timpano con sovrapposta croce in metallo; attualmente insistono
due contrafforti in muratura di tufo, fatti costruire
dall’amministrazione comunale in seguito al terremoto del
1980/81, ai lati della cancellata di ingresso alla chiesa, per
scongiurare un probabile pericolo di crollo. Al portale di
ingresso si accede tramite una scalinata in piperno costituita
da cinque gradini, di cui il primo è stato accorpato dal
marciapiede di recente costruzione. Di fianco alla chiesa, ma
staccato da questa, sorge il campanile in muratura di tufo
giallo a vista costituito da tre ordini sovrapposti. Per quanto
concerne la data di costruzione, non si hanno notizie certi ma,
negli annali delle visite pastorali, si evince che nel 1563 la
Chiesa era già esistente, mentre la presenza di archi gotici sul
passaggio tra la Chiesa ed il Monastero, sottolinea che la data
di costruzione si potrebbe far risalire, con molta probabilità,
ad alcuni secoli prima. Il Monastero, invece, fu fondato nel
1574 dai fratelli Marcello e Cornelia Tomacelli, Signori di
Rocca, e rimase in auge fino al 1813 anno in cui fu soppresso
definitivamente e fu adibito a sede comunale, destinazione che
conserva tuttora
CONDIZIONE: allo stato attuale la Chiesa versa in condizioni
deplorevoli, frutto delle ingiurie del tempo ma soprattutto
della noncuranza e dell’indifferenza degli uomini. Infatti dagli
inizi degli anni 80 ad oggi nulla è stato fatto ad eccezione dei
contrafforti realizzati sul prospetto principale. Eppure sino
alla fine degli anni settanta la Chiesa di S. Maria delle Grazie
era ancora efficiente e funzionante come tale. Peggior sorte è
toccata al monastero, di cui non si conserva più alcuna traccia,
se non nell’ingombro planimetrico; al suo posto fa bella mostra
di se il nuovo Palazzo municipale, caratterizzato da una
architettura discutibile e che mal si adatta al contesto
urbanistico circostante.
NOTE: La chiesa, allo stato attuale, è quasi ridotta ad un
rudere. Il tetto è in gran parte crollato, mentre le strutture
perimetrali si conservano ancora in uno stato pressocchè
integro, anche se necessitano di
interventi urgenti di consolidamento statico. Il campanile,
invece, sembra aver conservato anche un certo equilibrio
statico, oltre naturalmente ai pochi elementi artistici ed
architettonici che lo caratterizzano. Recuperare la Chiesa è
ancora possibile, secondo chi scrive, occorrerebbe un intervento
di consolidamento dell’intero complesso, oltre naturalmente al
rifacimento del tetto, che potrebbe essere realizzato in legno
con copertura in coppi, secondo il disegno originario, ed una
ristrutturazione interna basata sul recupero degli elementi
architettonici preesistenti.
Per quanto attiene al Campanile sarebbe auspicabile una verifica
statica per controllare l’efficienza dei tiranti e dei
concatenamenti esistenti, il rifacimento del manto di copertura,
la sostituzione delle pluviali ed una ripulita delle facciate
con prodotti specifici per il tufo.
LUOGO E DATA:Roccarainola, lì 20.09.2006 RELATORE: arch. A.
Russo
SCHEDA N. 3 NOME DEL BENE: La Castelluccia
UBICAZIONE: Sulla parete volta a mezzogiorno di Monte Fellino, a
circa 350 msm, a nord-est del Casino di Fellino (Villa
settecentesca dei Mastrilli) e ad esso sovrastante.
DESCRIZIONE: Sistema di appostamento o vedetta, costituito da
una torre isolata su due piani, di forma irregolare con
dimensioni alla base di circa 7x10 mq, più un avancorpo basso,
coperto, anch’esso irregolare, di circa 8x8 mq, contenente una
cameretta di circa 4x4 mq, distante circa 12 metri dalla torre.
Davanti alla torre e all’avancorpo si espande un’area in
pendenza, subrettangolare, dalle dimensioni approssimate di
20x35 mq, protetta da resti di muri perimetrali sul lato opposto
a quello costituito dall’allineamento di torre e avancorpo.
Posta all’interno del Feudo di Fellino, fu anche titolo
cavalleresco (il feudatario Giambattista David era Dux
Castellutiae et Roccaeraynolae). L’edificio è ritenuto coevo al
Castello di Roccarainola.
CONDIZIONE: Rudere abbandonato a se stesso. La torre è priva di
copertura e della parete del lato d’ingresso. La muratura
robusta si è conservata alquanto, ma il sistema, arroccato e
impervio, non si ispeziona da parecchi anni.
NOTE: Necessita di urgenti opere di restauro e di una idonea
recinzione esterna. Trattasi di una struttura medievale unica in
tutto l’hinterland napoletano.
LUOGO E DATA:Roccarainola, lì 20.09.2006 RELATORE: arch. A.
Russo